In questi anni, enti, università e società private sono alla ricerca di soluzioni per migliorare le condizioni ambientali del nostro pianeta e ridurre l’inquinamento presente nelle nostre città e campagne. Accanto a questi soggetti, spesso vi sono anche le amministrazioni locali che, per mezzo di diverse iniziative, cercano di controllare e verificare la produzione, la raccolta e lo smaltimento di vari materiali e sostanze, anche attraverso l’uso di documenti utili, come può essere ad esempio il Mud dei rifiuti.
Un valido supporto a questo proposito è fornito anche da società specializzate nella raccolta e smaltimento di rifiuti, come può essere Nova Ecologica. Comunque, in questi anni, un ulteriore mezzo per ridurre l’inquinamento e risanare dei terreni ad esempio, arriva dal cosiddetto fitorimedio e in particolare dai fitorimedi assistiti. Prima di andare a chiarire in cosa consistono questi ultimi e quali i loro benefici, andiamo a spiegare cosa sia in generale il fitorimedio.
In cosa consiste il fitorimedio
Questo non è altro che un sistema attraverso cui è possibile risanare un terreno inquinato da varie sostanze nocive, per mezzo dell’uso di piante che assorbono tali sostanze, riducendo o addirittura eliminando l’inquinamento presente. Tale sistema si può definire fitorimedio o anche fitobonifica. Tra le tecniche che si possono utilizzare, vi è anche quella che usa i cosiddetti fitorimedi assistiti. Vediamo di cosa si tratta.
In cosa consistono i fitorimedi assistiti
Per raggiungere l’obiettivo di massimizzare la capacità di alcune piante di bonificare dei terreni dall’inquinamento per mezzo della fitoestrazione (una tipologia specifica di fitobonifica), gli studiosi hanno individuato ed utilizzato un metodo che si basa sull’intervento combinato di piante e batteri.
Tale metodo, definito fitorimedio assistito, infatti tende a servirsi dell’azione associata appunto di vegetali e microrganismi, denominati rizosferici e che sono particolari batteri posti vicino le radici delle piante e promotori della loro crescita. Questa tecnica permette, difatti, la trasformazione di diversi contaminanti organici in sostanze molto più semplici e meno nocive, facendole entrare nella catena alimentare di tutti gli organismi presenti in un terreno.
I benefici apportati
Diversi test, sia in laboratori che in terreni inquinati, stanno portando a selezionare i fitorimedi assistiti migliori e più efficienti, individuando da un lato i vegetali ideali per le diverse tipologie di sostanze inquinanti e, dall’altro, la combinazione piante-microrganismi ottimale a livello di resa finale. I risultati finora raggiunti sono promettenti e permetterebbero di ottenere un recupero ambientale a basso costo, efficiente e soprattutto sostenibile, oltre che addirittura produzione di energia, attraverso la combustione di biomassa.
Di conseguenza, i benefici offerti da tale tecnica sono diversi, tra cui recuperare i metalli pesanti dai residui delle piante utilizzate; riqualificare aree contaminate; produrre energia attraverso fonti rinnovabili; evitare l’uso di opere e tecniche di bonifica che potrebbero essere a loro modo inquinanti e, poi, migliorare o abbellire un paesaggio e l’ambiente circostante.